Il Sapere di Ulrico Hoepli
La più antica e longeva rivista di divulgazione scientifica nata e prodotta in Italia vede la luce nel 1935, in piena era fascista, per iniziativa dell’editore Ulrico Hoepli di Milano. La redazione è però stabilita a Roma, dove risiede il direttore esecutivo Raffaele Contu, un giornalista che viene affiancato dai fisiologi Ernesto Bertarelli (1873-1957) e Carlo Foà (1880-1971) e dall’ingegnere Raffaele Leonardi.
Sapere è un quindicinale stampato in rotocalco pian su carta lisciata antiriflessi, formato 31,5 x 23,5 ed è venduta a 2 lire il fascicolo. Del primo numero, uscito il 15 gennaio del 1935, se ne stampano 100.000 copie, che vengono diffuse «in tutto il Regno e le Colonie». Tra gli autori in sommario c’è la crema della scienza italiana, oltre a Bertarelli e Foà, ci sono Guglielmo Marconi, l’astronomo Giuseppe Armellini, il generale del genio aereonautico Arturo Crocco, oltre al fisico Edoardo Amaldi, all’epoca assistente di Orso Mario Corbino, professore di fisica sperimentale all’Università di Roma. Successivamente, la tiratura di Sapere si assesta sulle 40.000 copie.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale, eccezionalmente rispetto al panorama editoriale nazionale, la rivista riesce ancora a ritagliarsi piccoli spazi di autonomia trattando di scienze naturali in generale o di argomenti specifici senza alcun aggancio alla attualità scientifica e tecnologica internazionale. Ma con il perdurare della guerra le difficoltà nei rifornimenti di carta si aggravano costringendo l’editore a ridurre a 30 il numero di pagine, pur di non interrompere le pubblicazioni. Che difatti continuano regolari sino al 1946, quando si comunica ai lettori che «Gravissime difficoltà di rifornimento della carta, di cui ci sono mancate le consegne,ci costringono a riunire, nel ristretto numero di questo fascicolo sei numeri di Sapere ed altrettanto sarà per il prossimo…».
Il dopoguerra è un momento di crisi: nonostante l’avvicendarsi di numerosi direttori, le tirature non risalgono e la rivista è passiva. Hoepli, che durante la guerra ha perso sotto le bombe sia la libreria che la casa editrice, non ha risorse da investirvi e nel 1962, a titolo gratuito, cede la rivista alla Edizioni di Comunità, fondata da Adriano Olivetti nel 1946.
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